La storia del Salumificio Bustese ha inizio in un luogo probabilmente non molto dissimile da quello dove ha avuto origine la salumeria stessa: il cortile di una cascina.
Siamo nei primi anni del 19mo secolo e qui, nella periferia di Busto Arsizio, una famiglia di contadini viveva la propria vita in accordo con i ritmi della natura. Uno stile di vita che dava grandissima importanza alle fonti di sussistenza e celebrava il termine del ciclo dell’allevamento con la macellazione rituale contadina e i suoi riti della maialatura.
Inverni freddi e nebbia, caratteristici anche del territorio bustese come nel resto in tutta la Val Padana, si erano tramutati nei secoli da mere condizioni climatiche a veri e propri ingredienti per le ricette salumiere.
I salami venivano dapprima appesi ad asciugare nelle stalle per beneficiare del calore degli animali e della ventilazione che era lì disponibile. Successivamente venivano spostati nelle abitazioni fino alle camere dei piani superiori, all’inseguimento del calore e delle caratteristiche ambientali che i salumi richiedevano per la loro stagionatura.
Nella seconda metà dell’800, la famiglia Minonzio, forse discendente di uno dei contadini residenti in questa cascina, inizia una cordata per acquisire vari locali produttivi, macellare più maiali possibili per rifornire Busto Arsizio, città che, trainata dal settore tessile, cresce con benessere e negozi.
Nel frattempo, la cascina che faceva da casa al Salumificio Bustese venne inglobata dalla città che poco a poco cresceva e divenne una corte circondata da case. La famiglia Minonzio arrivò ad acquistare tutti i locali fino a divenirne gli unici proprietari. Ancora oggi, alcune camere di stagionatura hanno per pavimento pregiate piastrelle di cotto fiorentino praticamente intatto che erano tipiche per le abitazioni di quel periodo e non sicuramente per locali produttivi.
Una innovativa catena di macellazione a guidovie rendeva poi il Salumificio Bustese uno stabilimento produttivo assolutamente d’avanguardia per i suoi anni.
Prima della Seconda guerra la famiglia Simonetti entrò come socia ai Minonzio, i quali vennero liquidati dopo poco tempo.
Grande qualità e strutture vengono mantenute antiche e tradizionali.
Alla fine dell’800 un illustre cittadino bustocco, Enrico Dell’Acqua seppe affermarsi quale coraggioso pioniere dell’esportazione di prodotti tipicamente bustocchi, o bustesi, verso il continente americano. Una figura straordinaria per ingegno e intraprendenza, molto sentita per Busto Arsizio e dintorni, a cui per molto tempo si è pensato di dedicare il nome dell’aeroporto intercontinentale di Malpensa.
Da queste prodezze nel campo dell’esportazione si dice che abbia trovato origine il famoso detto: “Bùsti, paes di luganeghiti” (Busto paese dei salamini) intendendo con tale termine tutta la caratteristica produzione salumiera locale che il Dell’Acqua aveva saputo far apprezzare anche ai consumatori d’oltreoceano.
Nei registri del Salumificio Bustese si trovano informazioni risalenti sino al 1892 che comprovano le produzioni tipiche e coi primi anni del 900 anche esportazioni verso svariati paesi tra cui Usa e Malta.
Nel 1994 il Salumificio Bustese viene acquisito dalla famiglia Venegoni, già proprietaria dell’omonimo salumificio di Boffalora Sopra Ticino, con lo scopo di aumentare la propria capacità produttiva. L’intenzione iniziale della famiglia Venegoni era quello di modernizzare la struttura del Salumificio Bustese e riconvertire la sua produzione allineandola alla propria.
L’unicità della struttura, congelata nel tempo ma ancora perfettamente funzionale, e delle tecniche produttive fino ad allora gelosamente custodite invece fecero loro cambiare idea.
Grandissimo impegno è stato speso per poter mantenere operative le strutture antiche e tradizionali pur adeguandole ai moderni standard di sicurezza alimentare.
Pertanto ancora oggi il Salumificio Bustese continua a proporre oggi antiche ricette e produzioni a volte rituali recuperate intatte da tradizioni sicuramente secolari.
Pregiate concie aromatiche di essenze naturali si sposano con suggestivi processi di asciugamento su bracieri di legna ardente in vecchie camere di maturazione conferendo così ai prodotti stagionati (salumi, coppe e pancette) preziose note volatili inconfondibili all’olfatto e al palato.
Ultime mani sapienti miscelano spezie naturali e pregiati infusi aromatici a vagliata salgemma di miniera per massaggiare naturalmente schiene di lardo stivate a maturare, al freddo e per oltre sei mesi, la propria straordinaria e dolce caratteristica.
Malcelata intenzione è quella di riportare sulla tavola di tutti i giorni un pizzico della storia della nostra gente attraverso i sapori più antichi, le più radicate e storiche tradizioni, oggi più che mai indiscutibile patrimonio delle nostre terre.